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Oblio oncologico, ecco come ottenere il certificato per tutelarsi su mutui e polizze

La legge fa un passo ulteriore con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del secondo decreto attuativo fa un ulteriore passo avanti

02/08/2024 Autore: Marzio Bartoloni

L'oblio oncologico, che tutela gli ex pazienti dalle discriminazioni legate alla malattia, è oramai un diritto anche in Italia grazie alla legge approvata lo scorso anno che ora ma con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del secondo decreto attuativo fa un ulteriore passo avanti: si stabiliscono infatti le modalità per il rilascio di un certificato che attesta l'avvenuto oblio e che sarà necessario ad una parte degli ex pazienti per modificare clausole peggiorative di contratti come mutui e assicurazioni.

 

Il decreto stabilisce che “il soggetto interessato, già paziente oncologico”, presenti “istanza eventualmente corredata dalla relativa documentazione medica, di rilascio del certificato che attesta l'avvenuto oblio oncologico, a una struttura sanitaria pubblica o privata accreditata o ad un medico dipendente del Ssn nella disciplina attinente alla patologia oncologica di cui si chiede l'oblio o al medico di medicina generale oppure al pediatra di libera scelta”. La certificazione, si legge nell'articolo 2, è rilasciata “entro trenta giorni dalla richiesta se sussistono, a giudizio della struttura o del medico certificante, i presupposti temporali (decennali o quinquennali) richiesti dalla legge”.

Il certificato non è necessario per tutti i pazienti

La certificazione, chiariscono gli oncologi, non sarà però necessaria per tutti gli ex pazienti. L'oblio, afferma il presidente dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) Franco Perrone, “è già un diritto sancito dalla legge, che prevede che queste persone non siano più obbligate, trascorso il lasso di tempo dal termine dei trattamenti indicato per le varie neoplasie e che può variare da 1 a 5 o 10 anni, a fornire informazioni né a subire indagini in merito alla propria pregressa neoplasia”. Dunque, chiarisce, “l'oblio è già previsto e non c'è bisogno che una persona dichiari o certifichi la sua condizione di ex paziente”. La certificazione sarà invece necessaria, precisa, “se un ex paziente ha già in essere un mutuo oppure ad esempio una assicurazione stipulati prima dell'entrata in vigore della legge e caratterizzati da clausole o tassi peggiorativi per il fatto di aver dovuto dichiarare di avere una neoplasia. Queste persone avranno quindi bisogno del certificato per dimostrare di rientrare ora nell'oblio oncologico al fine di poter modificare delle condizioni contrattuali o assicurative peggiorative legate alla passata dichiarazione di malattia. Il decreto riguarda pertanto solo una minoranza di ex pazienti”.

Mancano ancora due decreti attuativi

Soddisfazione da parte della segretaria della Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo) Elisabetta Iannelli, che ricorda però come per la piena operatività della legge manchino ancora altri due decreti attuativi e ulteriori due deliberazioni. Il primo decreto emanato era relativo alla definizione di un elenco di patologie oncologiche guarite in tempi più brevi rispetto a quelli previsti dalla legge in generale (10 anni o 5 se il tumore è insorto prima di compiere 21 anni). Sono ora attesi, spiega, “un decreto on il ministero della Giustizia per attuare lo stop alle discriminazioni nei confronti di chi fa domanda di adozione, ed un ulteriore decreto, del ministero del Lavoro di concerto con la Salute, per la promozione di politiche attive per assicurare a chi ha avuto un tumore uguali opportunità in ambito lavorativo”. L'auspicio, conclude, è che tali provvedimenti “arrivino al più presto per rendere la legge sull'oblio definitivamente operativa”.

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